IL SARCOFAGO DI VIOLANTE CARROS TRA STORIA E LEGGENDA
Siamo
a Decimomannu, grosso centro dell’hinterland di Cagliari e parte della città metropolitana,
distante circa 20 chilometri dal capoluogo. Ci
accingiamo ad entrare nel locale cimitero ove è custodito un interessante
reperto storico costituito dal “sarcofago di donna Violante Carros”. Questo
reperto non è tuttavia parte della storia del paese ma lo è diventato a pieno
titolo a seguito delle vicende che lo hanno caratterizzato da circa 100 anni. Percorriamo
il lungo viale alberato, ammirando la croce centrale su colonna simbolo del
calvario, che si erge al centro e giungiamo alla cappella ove vengono
celebrati i riti della sepoltura. Sul
lato sinistro di essa è collocato in bella evidenza un sarcofago, ben
conservato, corredato da due targhe descrittive. Antistante
l’altare può essere anche ammirato un pregevole Cristo morto, in pietra,
dello scomparso scultore di Decimomannu Edoardo Pala. Il
sarcofago è realizzato in pietra calcarea e ha dimensioni di mt. 2,04 di
larghezza, mt. 0,63 di altezza e mt 0,58 di profondità. Tre motivi
circolari caratterizzano la parte frontale del sarcofago: al centro è
riprodotta una croce stilizzata mentre ai lati è riprodotto il leone
rampante, simbolo del casato dei Carròs . Perché
questo sarcofago a Decimomannu; da quanto tempo, dove e da chi è stato
custodito, ma soprattutto chi era Donna Violante Carròs. Prima
di dare risposta a questi interrogativi conosciamo anche gli altri principali
beni storici di Decimomannu. Iniziamo
con le due chiese: quella
parrocchiale consacrata al Patrono S.
Antonio Abate S. Greca , copatrona, con la grande piazza sede della
sagra, arricchita dal 2016 dalla c.d. Porta Santa” contornata
da un arco in pietra opera dello scultore di Decimomannu Armandi’. Poco distante
dal paese, in località “ biangia manna“, si trovano i resti del ponte
romano, restaurato alcuni anni orsono. Sempre
della stessa epoca sono i capitelli a base rettangolare in marmo,
custoditi presso un locale parrocchiale e presso l’abitazione di un privato. Sempre
presso un privato è conservato un interessante trave in marmo
risalente al periodo della Sardegna Pisana (1215-1326),analogo per fattura, a
quello che sovrasta l’ingresso centrale della Cattedrale di Cagliari. Ma
proseguiamo con la conoscenza del sarcofago. Esso
viene ricordato storicamente per essere stato destinato alla sepoltura di
Violante Carròs, contessa di Quirra,
vissuta tra il 1456 e la fine del 1510. Il padre Giacomo fu Conte di Quirra e
vice re di Sardegna. Storicamente è stato ipotizzato che il sarcofago non
venne realizzato per la circostanza della morte di Violante bensì della nonna
Donna Eleonora Manriquez de Lara morta nel 1437. A partire dal 1469 e
all’età di appena 13 anni, Violante divenne erede del patrimonio del casato
comprendente il vastissimo feudo di Quirra, la Marmilla e il Monreale ,
governando lo stesso fino agli inizi del 1500. I
luoghi che videro lo svolgersi delle principali vicende della sua vita sono: a
Cagliari, il castello di S. Michele; la meno nota residenza nel quartiere di
castello; la chiesa di S. Francesco in Stampace e le residenze di Ales e di
Quirra. La sua vita fu tormentatissima: orfana di
madre prima (1459), del padre qualche anno più tardi (1469), la sua sorte e
beni, furono condizionati dalle iniziative dello zio Nicolò Carròs, Vicerè di
Sardegna, nominato dal padre morente come esecutore testamentario e tutore
della giovanissima Violante. Il castello di
S. Michele a Cagliari fu la sua residenza principale, cui si aggiunsero nel
corso della sua vita quelle di Ales
(Barumeli) e Quirra. Con la morte del padre per Violante iniziò un
lungo e doloroso calvario. A soli tredici anni venne data in sposa al cugino
Dalmazzo morto pochi anni dopo. Divenuta
vedova, venne privata di ogni libertà ed avere dalla scellerata gestione dei
suoi beni da parte dei suoceri e di uno zio. Solo
intorno al 1930 la sensibilità dI Leonilde Sacerdoti, consorte del conte
Ottavio Cao Pinna, figlio dell’acquirente dell’area demaniale, ipotizzò la
rilevanza storica del sarcofago. Di ciò trovò conferma, da parte dell’allora
giovane archeologo Giovanni Lilliu che la rese edotta della storia di
Violante Carròz. L’immobile ove il sarcofago venne collocato, fu acquistato
nel marzo del 1969 da Marco D’Acunto, imprenditore agricolo del luogo,
originario di Minturno (Latina) che
acquisì anche il sarcofago mantenendolo, da quel momento in custodia
conservativa, all’interno della proprietà in cui risiedeva, unitamente ad
altri interessanti reperti marmorei di varie epoche storiche. Nel 1970
l’immobile venne venduto all’Amministrazione comunale che lo destinò alla
costruzione del nuovo municipio e della antistante piazza, tuttora cuore
pulsante della vita decimese. Scomparso Marco D’Acunto, nel 2003, la titolarità
della custodia del sarcofago è proseguita in capo al nipote Salvatore
Bellisai, artefice sin dalla metà degli anni ‘80 ad oggi, dell’integrale suo
recupero e valorizzazione, unitamente ai restanti beni storici citati.
Risulta singolare la curiosità e l’iniziativa che animarono Salvatore
Bellisai di voler effettuare un primo restauro del sarcofago. Le condizioni
del reperto, come detto, erano pessime. Essendo sempre stato all’esterno, era
annerito dalle intemperie, mancante di un pezzo della parte inferiore, colmo
di terra e pietre sino all’orlo, che ne facevano un blocco indurito e quasi
impossibile da rimuovere. Ricordiamo che tale ricolmo di terra venne fatto da
parte dei primi detentori unicamente per collocarvi dei vasi di fiori, dopo
essere stato per anni utilizzato come abbeveratoio per animali. Si diede
pertanto inizio, non senza difficoltà, alla rimozione del blocco di terra e
pietre e con il grande interrogativo che al suo interno potesse ritrovarsi
qualcosa. Invece, assolutamente nulla. Il sarcofago aveva tuttavia ritrovato
almeno la sua forma originaria. Una prima pulizia delle pareti esterne,
seguite subito dopo, consentirono di riportarlo ad un buono stato di
conservazione e collocazione in un punto più adeguato, visibile ai passanti e alle numerose
persone che nel corso degli anni lo hanno visionato, talvolta fugacemente altre
con attenzione, curiosità o vivo interesse. Nel 2001, un primo suggello di
tale impegno di recupero. Il sarcofago viene esposto per due anni presso
l’Antiquarium Arborense di Oristano in occasione della mostra “I castelli
dell’Arborea”. La custodia, cura e
valorizzazione del sarcofago, dal 1969 al 2009, da parte di D’Acunto prima e
Bellisai poi, ha consentito pertanto, per quarant’anni, un’ampia fruizione da
parte di studiosi, scolaresche e privati cittadini. A
febbraio 2005, per iniziativa del periodico locale “Il Vulcano”, si è svolta
la conferenza dal titolo “ Donna Violante Carròs: vita e sarcofago “ a cura
della dr.ssa Donatella Salvi la cui
ampia relazione è stata pubblicata nel libro “ Per una riscoperta della
storia locale : la comunità di Decimomannu nella storia” edito dal citato
periodico nel 2008. Da
diversi anni associazioni culturali operanti a Cagliari propongono visite
guidate al castello di S. Michele e al quartiere cagliaritano di Stampace per
far conoscere le vicende e disavventure di Violante Carròs e del sarcofago.
Numerosi inoltre gli scritti e pubblicazioni degli ultimi trent’anni che
hanno trattato di Violante, di cui alcuni citati a margine del presente
scritto. Nel
2009, l’Amministrazione comunale di Decimomannu, la Soprintendenza ai Beni
Storici di Cagliari e Salvatore Bellisai, hanno raggiunto un accordo per una
nuova collocazione del sarcofago, individuandola presso la cappella delle
cerimonie funebri del locale cimitero per una perenne custodia e fruizione. Il
nostro racconto si conclude pertanto dove è iniziato ma ci piace citare una
ultimissima iniziativa che ha visto realizzare due video su Violante Carròs e
il Sarcofago, in pubblicazione sul web, al fine di contribuire alla sempre
maggior conoscenza di questo personaggio della storia della Sardegna.
salvatore
bellisai settembre
2017 Principali
richiami di pubblicazioni e scritti su Violante Carroz e il Sarcofago Salvatore Bellisai “Violante Carròs e il
sarcofago” web
decimomannu.altervista.org/violante.htm Maria Mercè
Costa “Violante Carròs
“ edizioni Iris 2004 Marco Ledda “Sa Marchesa” edizioni Grafica del Parteolla 2009 Angelo
Sanna “Il sarcofago di Donna
Violante Carròs” in www.contusu.it/ Donatella Salvi “ Il sarcofago di Violante Carròs “ in Per una riscoperta della storia
locale: la comunità di Decimomannu nella storia. Edizione Arci Bauhaus-Vulcano 2008 Immagini esclusive di Salvatore
Bellisai con la collaborazione del maestro Gino Mazzullo |