Frammenti di passato

 

*Nell’anno 1353 Decimo passa sotto il dominio Arborense.

 

* Le pecore di proprietà della Regia Corte erano affidate alle cure del pastore decimese un certo Iuan Pere Carta.[1]

Era proibito a chiunque pascolare bestiame nei salti di Corru Forciddas presso Uta, riservati alle pecore della Regia Corte, pena 100 ducati .

 

• Nel 1413 l’Arcivescovo di Cagliari Antonio Dexart , mercedario, ottenne dal sovrano Don Ferdinando I d’Aragona la conferma di tutte le concessioni e di tutti i privilegi, dati all’archidiocesi di Cagliari dal re Martino il Vecchio, e aveva anche ottenuto nuovi privilegi per i monasteri.

Fra i monasteri si era maggiormente avvantaggiato quello di S. Greca di Decimomannu.[2]

 

* Da un antico documento apprendiamo che nel 1591 era Sindaco di Decimo un certo Sig.  Nanni Curreli.[3]

 

Nel  1678  Decimo  contava  138 famiglie e 400 abitanti

      1688                               127                457  

      1698                               147                540  

      1728                               176                616  

      1751                               180                677  

      1821                             1.007           1.824   

      1835                                 370            1.094  

      1838                                                    1.128   

      1844                                                    1.184   

      1848                                                    1.170   

      1857                                                    1.308   

      1861                                                    1.344   

      1871                                                    1.458   

      1881                                                    1.386   

 

Una cronaca della fine del 1700 ci informa che il “Medico chirurgo” di Decimo era un cosiddetto Barbiere- flebotomo” o “Barbiere-chirurgo”, che, tagliava i capelli e le barbe,  ferrava i cavalli, eseguiva dei salassi e praticava estrazioni dentarie.

 

 * Da una cronaca del tempo, apprendiamo che il giorno 11 maggio 1806 arrivò a Decimo per la festa di S. Greca, proveniente da Samassi, la Regina, qui incontrò il Principe venuto da Orri anch’egli per la festa ed ella lo trattenne a pranzo, quindi l’accompagnò nuovamente ad Orri.[4] In precedenza la Regina fu a Milis ospite del Comm. Vacca, poi a Sardara ospite del Conte Orrù.

 

•Le cronache sarde del  secolo scorso citano un poeta satirico di Decimomannu: un certo Battista Marcello che usava abilmente il dialetto campidanese per pungere con urbana satira “Is cavaglieris de su tempus e de sa moda”.

 

Con una sentenza della Regia Delegazione Feudale in data 7 giugno 1812 - 25 gennaio 1812, Villa Speciosa e Decimo sono ammesse a pascolare il bestiame nel Salto di San Giovanni (Seruis) e legnare per proprio uso sempre che questo non porti pregiudizio ai seminati di Siliqua.

 

• Il La Marmora a pag. 174 della sua opera “Itinerario dell’Isola di Sardegna”, parlando di Decimo Manno, riferisce: “Nel campanile avvi una strana iscrizione di colui che l’edificò a spese proprie con orologio pubblico:

MULTIS AFLICTA / UNICO INSTAURATA / BENEFITIA IN COMUNE /COLLACTA OMNES ACCIPIVNT / ET NEMINI GRATIFICANTVR / HOC OPUS FIERI FECIT / ANTIOCUS MARROCU AERE PROPRIO / ANNO DOMINI MDCCCXV.” (Molte opere sono state  fatte da una sola persona a beneficio di molti perchè tutti ne godano e nessuno  deve essere ringraziato. Quest’opera fu fatta da Antioco Marrocu con danaro proprio. Anno Domini 1815).

Evidentemente il buon uomo non aveva molta fiducia nella riconoscenza dei suoi concittadini.

Questa lapide celebre, citata da vari scrittori dell’800,   sembra che desse molto fastidio ai decimesi, infatti, sparì improvvisamente e misteriosamente in tempi abbastanza recenti e fu sostituita con un’altra di materiale meno nobile e di altro tenore!

Questo onesto e disinteressato benefattore del paese, degno di essere ricordato ai posteri, il Nobiluomo Antioco Marroccu, fu anche l’amministratore dell’azienda di S. Greca per oltre trent’anni.

• Dal verbale per il passaggio dell’amministrazione dell’azienda di Santa Greca, fatto dal Marroccu al suo successore Antonio Schirru il 23 settembre 1907 risulta che oltre al valore considerevole dei preziosi consegnava al successore ben 64 censi agrari, 640 capi di bestiame vario bovino, suino, ovino.

• Da un censimento del 1835, apprendiamo che in quel tempo, a Decimo vi erano:

 

250  Agricoltori

  35  Pastori

  30 Artigiani

  70 Figoli

300 telai per tessere il lino

Nel medesimo anno la Scuola era frequentata da circa 20 alunni.

 

Per quanto riguarda il bestiame, a Decimo, sempre nel 1835 vi  erano:

  500 Buoi

  300 vacche

1200 pecore

  400 capre

  170 cavalli

  180 porci

  400 giumenti

    

Nel 1800 nel paese vi era di notabile la fabbricazione dei manufatti in terra cotta: brocche, pentole, tegami, vasi  di ogni genere, che si smerciavano per tutto il Campidano e nella stessa Cagliari, dove i figoli decimesi tenevano un ben fornito deposito e dove ne facevano mercato in grande quantità in occasione della festa solenne della Madonna del Carmine che durava 3 giorni, nel mese di luglio.

Davanti alla chiesa durante l’ottavario si teneva la fiera delle ferraglie. I figoli decimesi partecipavano con la loro mercanzia che riscuoteva la preferenza degli intenditori.

Le brocche, afferma il Lamarmora, avevano  una forma simile a quelle che si trovano nelle tombe antiche, si direbbe quasi che quegli artigiani avessero conservato un modulo tradizionale di fabbricazione. Nel 1849 uno dei fabbricanti di stoviglie domandò la grazia al Commissario Reale dell’Isola di poter fabbricare delle brocche di forma nuova.... in forza dello statuto accordato dal magnanimo Carlo Alberto. Naturalmente non c’era bisogno dello statuto perchè egli potesse dare libero sfogo al suo estro inventivo!

• Una sentenza del 31.3.1842 stabilisce che il salto di S. Giovanni (Seruis) è di esclusiva spettanza di Decimo e Villa Speciosa, escludendo le pretese di Uta.

• Nel 1845, il Giudice del mandamento Lobina Francesco comunica che i tre comuni di Siliqua, Decimo e Villa Speciosa hanno proceduto alla nomina dei rispettivi procuratori per la stipulazione dell’atto di transazione per la divisione e l’assegnazione di terreni feudali, ai diversi comuni, circa la controversia del salto di Seruis:

Per Siliqua il notaio Luigi Serra

per Decimo il caponotaio Giovanni Schirru

per Villa Speciosa Antioco Trudu.

La stipula è fissata per il giorno 26 novembre, nanti la Regia Delegazione Feudale di Cagliari, ma la riunione non avenne perchè i delegati non si presentarono all’appuntamento.


POPOLAZIONE RESIDENTE A DECIMOMANNU TRA IL 1851 ED IL 1951

Anno 1861 -  1871 -  1881 -  1901 -  1911 -  1921 -  1931 -  1936 -   1951

Abit. 1.375    1.458   1.438    1.446  1.643    1.685    1.943    2.144   3.181

 

• Nel 1817, essendo Sindaco Giuseppe Luigi Schirru, si abbatté sul paese una gravissima carestia a causa dello scarsissimo raccolto.

Furono raccolti solo 800 starelli di grano.

Il D. Giuseppe Corrias fornisce 300 starelli di grano da distribuire alla popolazione affamata.

 

• Nel 1820, essendo Sindaco Giuseppe Casula  venne mandato a Decimo un Medico Chirurgo, tale Salatore Farina di Sedini, che il trasferimento a Decimo non servì a far dimenticare la pessima fama di cui godeva come medico.

 

• Nel 1821 infierì in Sardegna un’altra tremenda carestia che causò disordini in varie città. Ad Alghero, ad esempio, la popolazione assalì i depositi di frumento e le case dei ricchi commercianti, commettendo atti di ferocia; a Decimo non accadde nulla del genere, ma i proprietari furono chiamati a contribuire in base alle loro forze ad una raccolta di grano da razionare: in un frammento di documento, infatti, si legge questa nota:

 

8 settembre 1821

Nota del grano che alcuni individui hanno contribuito allo scrutinio reale nell’anno presente milleottocentoventuno:

Don Antioco Marroccu        starelli                       20

Donna Chiara Garau                                       09              

Scriv. Luigi Serra                                              16

Scriv. Fedele Collu                                            07

Don Antioco Diana                                            03

Giuseppe Casula                                              09

Raffaele Casula                                                07

Domenico Pili                                                    07

Fratelli Podda                                                   04

Giuda Taddeo Murenu                                      07                      

Raimondo Murenu                                            03      

Giuseppe Orrù                                                  05

Dionisio Orrù                                                    02

Dionisio Cabula                                                1,2

Raimondo Cabula                                             02

Giuseppe Ignazio Cabula                                 02

Notaio Schirru                                                  03

Vedova Rita Melis                                             4,2     

Antonio Cabiddu                                               02                       

Raimondo Pusceddu                                         02

Salvatore Pusceddu                                           02    

Ignazio Pusceddu                                             07              

Giuseppe Pireddu                                             07

Giuda Taddeo Cruccas                                     01                    

Giovanni Desogus                                             01

Tomaso Murenu                                                05

Antonio Cireddu                                                01

Antioco Vacca                                                   01

Basilio Mameli                                                  01

Raffaele Cabula                                                01

Potito Gaviano                                                  03

Francesco Boi                                                   01

Notaio Cuccu                                                    01

Sisinnio Gaviano                                               02

Rosa Cabula Gaviano                                       02

Rosa Cabula Collu                                           06

                                                      -----------------------                                            

                            Totale                                 155,8

* Nel 1821 essendo sindaco Salvatore Collu, Parroco Francesco Podda.Viene deliberata la spesa per le riparazioni del “Ponte Reale nella località denominata Riu de Concias“.[5]

 

• Nel 1822, il Sindaco Domenico Antonio Porcu ed il  Magg. di Giustizia Giuseppe Mudu.

Lamentano che ogni sindaco alla fine del suo mandato lasci dei debiti che restano a carico della popolazione, così leggiamo:

Ignazio Pusceddu nel 1818, ricavò il credito di 8 scudi

Potito Gaviano       1819, ricavò il credito di 13 scudi

Giuseppe Casula “   1820, ricavò il credito di 15 scudi

Salvatore Collu      1821, ricavò il credito di 8 scudi

 

• Nel 1823 il Sindaco  Antonio Cabiddu emana un ordinanza in cui si ordina di seppellire i morti entro la chiesa di San Vito in cui si trovava il nuovo cimitero (da qui scopriamo che a Decimo nel 1823 esisteva  un’altra chiesa di cui oggi non resta traccia: San Vito, che si trovava molto probabilmente tra la vecchia Stazione FF.SS e la via Stazione nella località chiamata, appunto S.Vito e nella quale esisteva ancora, fino a cinquanta anni fa un cimitero, situato esattamente dove ora sorge una costruzione occupata da uffici della Telecom e dalle due palazzine popolari).

 

• Nel 1823 - Il Governo centrale, probabilmente a causa della ennesima carestia, richiede ai comuni del regno un contributo in grano, a Decimo ne vengono chiesti 158 starelli. Ma non essendo stato raccolto neppure il minimo indispensabile per la popolazione, il Sindaco Antonio Cabiddu,  inviava una delegazione per informare il rappresentante del Governo della impossibilità di pagare tale tributo.

 

• Nel 1824 essendo Sindaco Giuseppe Orrù, viene nominato precettore il rev.do Antonio Melis viceparrocco del paese, con uno stipendio annuo di £.150 annue, due stanzette sopra il Monte Granatico furono adibite ad aule.

 

• Nel medesimo anno, muore la Nobildonna Decimese Rita Cabula che lascia un quarto di scudo alla settimana per i poveri del Comune e un quarto di scudo perchè venga celebrata una messa quotidiana in suo suffragio.

 

• Anche nella Cappellania di Santa Greca - viene aperta una scuola, il precettore era il rev.do cappellano Stefano Deledda.

• Nel 1824 si applicano i “Diritti di Tauleddu” sul bestiame macellato.

• Nel 1825, essendo Sindaco Giuseppe Pireddu, il “Prato de Siddu, locale delle aje comunali” venne adibito per farvi stanziare il bestiame: 260 buoi domiti.

 

• Nel 1827 Decimo ebbe, per la prima volta, come tanti altri comuni dell’isola un medico condotto stipendiato dal Comune.

 

• Il 3 agosto 1828, essendo Sindaco Raffaele Cabula, viene evidenziato in consiglio, l’inadeguatezza del  ponte romano sul fiume detto Flumini Mannu, che a causa delle piene, impediva il passaggio dei carri.

 

• Un documento del 1845 afferma che a Decimo esistevano  n. 30 figoli che producevano, ciascuno, all’anno “15 forni di terraglie”; i contadini, invece, erano  60.

 

• Nel 1848 si inizia la costruzione del nuovo cimitero di S. Vito nella località omonima.

 

• Nel 1849 si inizia la costruzione della nuova strada provinciale Cagliari-Iglesias.

 

• Era consuetudine, nel 1800, tenere le corse di cavalli per le feste di S. Greca, Vergine d’Itria e S. Vito.

 

• Le variazioni di alcuni prezzi di cereali negli anni dal 1848 al 1886:

 

Nel 1848

Grano             ½  ettolitro  danari  23 (se vecchio)

                                                      18 o 19 se forestiero

Orzo                                         12

Fave                                          14 

Ceci                                          14

Lenticchie                                14

Fagioli                                      14 

Piselli                                      14

Nel 1869 

                       ½  ettolitro    lire

Grano                                          9

Orzo                                            4

Fave                                            6

Ceci                                            9

Lenticchie                                   9

Fagioli                                         9

Piselli                                          9

 

Nel 1877

Grano                                      11,20

Orzo                                          4,00

Fave                                          6,00

Ceci                                           9,00

Lenticchie                                  9,00

Fagioli                                       9.00

Piselli                                        9,00

 

Nel 1879

Grano                                      24,00

Orzo                                        10,00  

Fave                                        10,00

Ceci                                         20,00

Lenticchie                                24,00

Fagioli                                     24,00

Piselli                                      24,00

Nel 1881

Grano                                       19,20

Orzo                                           9,60

Fave                                         12,80

Ceci                                         24,00

Lenticchie                                19,00

 

Nel 1886

Grano                                       16,80

Orzo                                           7,20 

Fave                                          10,40

Ceci                                          16,80

Lenticchie                                 19,40

 

Si apprende che nel 1877 Decimo contava circa 50 poveri su 1500 abitanti.

• Dal quotidiano “La Nuova Sardegna” n. 2 del 18 marzo 1892 leggiamo:

“Incidenti in chiesa a Decimomannu”

in cui si descrive dell’aggressione subita dal Parroco di Decimo da parte di un ragazzo sedicenne, dopo l’annuncio che le tariffe per l’uso delle sedie della chiesa durante la messa avevano subìto un rincaro.

 

 

 

• POPOLAZIONE di Decimo negli anni 1746-      1891

 

ANNO ABITANTI  UOMINI  DONNE  Tot.

1746        612

1795        959                   476                483          959

1822     1.043                   504                 539       1.043          

1824     1.038                   506                 532       1.038

1835     1.094   (370 famiglie - nati 40, morti 26, matr.10)

1858     1.308

1863     1.360

1891     1.386                

 

 • CENSIMENTO DEL 1901

 (Per poter effettuare un confronto si riportano anche i dati relativi ad alcuni  paesi vicini)

 

DECIMO

Popolazione residente :   1446

                 presente   :   1446

 Agglomerati              :    1435

  Sparsa                      :   11

 

VILLA SPECIOSA

Popolazione residente  :  475

                 presente    : 524

Agglomerati                 :  484

 Sparsa                        :  40

 

MONASTIR

Popolazione residente  :  1293

                presente     :  1251

Agglomei                    :   1211

Sparsa                        :   40

 

SESTU

Popolazione residente  :  2289

                 presente    :  2284

Agglomerati                 :  2286

Sparsa                         : 2

 

Durante la notte del 12 gennaio 1940, dei ladri rubarono i gioielli che facevano parte cosìdetto “Tesoro di S. Greca”, fra cui si trovava anche l’artistica corona  di 425 grammi con la quale la santa fu incoronata.

• Dieci  mesi dopo, si svolse nel tribunale penale di Cagliari, il processo contro gli indiziati, alcuni dei quali confessarono e furono condannati. La corona, però, non fu mai più ritrovata.

• Nel Marzo del 1943 vi fu un attacco aereo all’aeroporto di Decimo,  vi rimasero uccisi 18 soldati e due ragazzi che si trovavano nelle campagne vicine all’aeroporto.



[1] Ibidem f. 344 t.

[2] A.C.A. reg. 2398, ff. 42,42r  e 43-44

   

[3] ASC Reg. BC. 38 f. 47 t.

[4]Sole C. Le Carte Lavagna e l’esilio di Casa Savoia in Sardegna - Milano 1970 p. 225

[5] Si tratta del ponte romano esistente nella località Riu Concias, chiamato in seguito Su Ponti de su Tiaulu.

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